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Rotazione delle colture: in cosa consiste e come si fa

La rotazione delle colture è una tecnica di coltivazione che consiste nel variare periodicamente le specie vegetali coltivate nello stesso terreno: l’obiettivo è quello di conservare a lungo la fertilità del suolo, evitando eccessivi sfruttamenti e garantendo una migliore resa nel tempo.

Sebbene la rotazione delle colture sia una pratica molto antica, è ancora oggi ampiamente diffusa in tutto il mondo, con particolare attenzione per l’agricoltura biologica e sostenibile.

Vediamo dunque insieme quali sono i principi che reggono la rotazione delle colture, quali sono i benefici che è possibile ottenere dalla stessa e in che modo PlantVoice può fornire un concreto valore aggiunto nel conseguimento dei tuoi obiettivi di efficiente resa del terreno.

I vantaggi della rotazione delle colture

Dei principali benefici della rotazione delle colture abbiamo brevemente parlato nelle scorse righe. Proviamo ad estenderli, dedicando a ciascuno dei vantaggi agronomici, economici e ambientali, un breve paragrafo.

Miglioramento della qualità del suolo

Il primo vantaggio è certamente legato al miglioramento della composizione e della qualità del suolo, derivante a sua volta dalla differente conformazione degli apparati radicali e al diverso rapporto carbonio/azoto dei residui vegetali.

Fin dai tempi antichi è risaputo che alcune colture hanno radici più profonde di altre, che altre necessitano di composizioni organiche diverse, e così via. La giusta combinazione delle colture in rotazione permette pertanto di rigenerare il terreno, consentendo – anno dopo anno – di salvaguardare le sue caratteristiche qualitative.

Riduzione dei rischi fitosanitari

Non tutti sanno che gli attacchi da parte di parassiti, agenti infestanti e altri responsabili di malattie delle piante, sono più frequenti se si coltiva sempre la stessa specie, nello stesso appezzamento di terreno.

Di contro, adottare la rotazione delle colture, e alternare le specie vegetali significa interrompere i cicli biologici degli agenti patogeni e favorire così la biodiversità degli organismi utili.

Ottimizzazione delle risorse

Un altro grande beneficio della rotazione delle colture riguarda l’ottimizzazione delle risorse impiegate sul terreno, sia di tipo idrico che di tipo energetico.

La ragione è riconducibile a quanto abbiamo in parte già espresso: la rotazione delle colture espone infatti l’agricoltore a soddisfare esigenze climatiche e stagionali volta per volta diverse, favorendo così l’alternanza delle specie seminative autunnali con altre primaverili, o ancora alternando le specie a ciclo breve con altre a ciclo lungo.

Aumento della redditività delle attività agricole

L’ultimo principale vantaggio che vogliamo condividere riguarda l’aumento della redditività dell’attività agricola, considerato che coltivare diverse specie permette di generare prodotti diversificati che possono meglio rispondere alle mutate esigenze di mercato.

Si possono pertanto scegliere temporalmente le colture più remunerative o più richieste dai consumatori, e combinare colture principali con colture secondarie per integrare il reddito.

Come fare la rotazione delle colture

Ora che abbiamo capito quali sono i principali vantaggi della rotazione delle colture, cerchiamo di capire come realizzare questo tipo di attività, pur nella consapevolezza che non esiste un unico percorso per la progettazione di un’efficace rotazione colturale.

Pertanto, ogni agricoltore non potrà che tenere in considerazione delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del proprio suolo, oltre che di attrezzature e competenze disponibili, esigenze produttive e di mercato.

In questo ambito, abbiamo il piacere di ricordare come l’Ecosistema di Plantvoice sia il modo ideale per prendersi cura delle proprie piante: un insieme di strumenti integrati e avanzati che forniscono all’agricoltore informazioni preziose e dirette sulla fisiologia della pianta, mediante un’analisi in tempo reale non invasiva della linfa. Per saperne di più e richiedere una dimostrazione gratuita, è possibile contattarci qui.

Tutto ciò premesso, ci sono alcuni principi generali che possono risultare utili per definire un piano di rotazione efficace.

Per comodità espositiva abbiamo li abbiamo riassunti in questa tabella:

Rotazione Descrizione
Colture miglioratrici con colture depauperanti È una delle rotazioni più conosciute e usate fin dai tempi più antichi. Alternare delle colture miglioratrici con delle colture depauperanti permette infatti di bilanciare prelievi e apporti di sostanze organiche e nutrienti al suolo.

Le prime, intuibilmente, sono quelle che possono integrare il terreno con nuove sostanze organiche e nutrienti. Le seconde sono invece quelle che lasciano il terreno in condizioni peggiori rispetto a quelle ex ante, poiché assorbono ed esauriscono la materia organica e i minerali disponibili nel suolo. Fanno parte di questa seconda categoria, ad esempio, cereali e patate.

La corretta alternanza tra le due diverse tipologie di colture permette di rigenerare il suolo, prolungandone la produttività nel tempo.

Colture con differenti livelli radicali Altra rotazione ben sperimentabile è quella legata all’uso di colture con differenti livelli radicali.

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare qualche paragrafo fa, infatti, non tutte le specie vegetali hanno la medesima profondità delle radici. Alternare quelle con radici più superficiali con quelle con radici più profonde consente dunque di sfruttare diversi livelli del terreno, evitando l’esaurimento di una sola porzione.

È poi possibile alternare colture con radici fascicolate (tipicamente, i cereali), con quelle che hanno invece radici pivotanti (come i legumi) o ancora quelle con radici tuberose (come le patate).

Colture con diverse esigenze idriche La terza rotazione ipotizzabile sul proprio terreno è quella che alterna specie con diverse esigenze idriche, che possono dunque adattarsi a diverse condizioni, riducendo lo stress idrico.

Per esempio, colture tipicamente primaverili come il mais o la soia, possono essere alternate con quelle tipicamente autunnali come l’orzo o il frumento.

Colture con diversi cicli vegetativi Ulteriore rotazione è quella che riguarda i diversi cicli vegetativi, al fine di coprire il terreno il più possibile durante tutto l’anno ed evitare così delle sovrapposizioni tra le operazioni colturali.

È dunque possibile alternare colture a ciclo breve (si pensi all’insalata o ai piselli) con colture a ciclo lungo (come il frumento o il mais).

Colture con diversi sbocchi di mercato Infine, anche per diversificare i propri canali commerciali, è possibile alternare colture che hanno diversi mercati di riferimento e destinazioni di utilizzo.

È dunque possibile alternare colture con sbocchi tendenzialmente industriali come la canapa e il lino, con quelle alimentari come i cereali o le frutticole.

Rotazione biennale, triennale e quadriennale

Tra le ripartizioni più diffuse in diverse categorie di rotazione, quelle basate sul tempo sono sicuramente le più note per distinguere l’evoluzione dell’alternanza delle colture.

Anche in questo caso, proviamo a riepilogare le diverse caratteristiche di ciascun approccio dedicando uno specifico paragrafo.

Rotazione biennale

La rotazione biennale ha trovato forte diffusione in Europa soprattutto sui terreni più aridi. Il meccanismo di sostenibile sfruttamento del terreno permette infatti di seminare metà del suolo con frumento invernale, lasciando invece a maggese l’altra metà (ovvero, il terreno a riposo, con effettuazione di arature più o meno profonde).

Il secondo anno la situazione viene invece invertita, coltivando la parte lasciata a maggese l’anno precedente, e dedicando al riposo quella prima sfruttata.

Rotazione triennale

Una seconda tipologia di rotazione in base al tempo trascorso è quella triennale, anch’essa favorevolmente diffusa in Europa.

In questo caso, i terreni sono suddivisi in tre parti: in autunno viene seminato il grano sul primo terreno, mentre in primavera sul secondo verrà seminato avena o orzo; la terza parte sarà lasciata a maggese.

Il secondo anno si effettua uno slittamento delle colture, in modo tale che ogni tre anni una porzione di terreno sia interessata dal riposo.

Rotazione quadriennale

Un’ulteriore tipologia di rotazione è quella quadriennale. Come intuibile, in questo caso il terreno viene diviso in quattro parti, dedicando a ciascuna porzione una coltura differente.

Ogni anno si procede poi alla rotazione delle colture, rendendo la gestione più complessa rispetto a quella biennale o triennale, ma potenzialmente più produttiva ed efficiente dal punto di vista agronomico e economico-gestionale.

10 consigli per praticare una corretta rotazione delle colture

In conclusione della nostra guida alla corretta rotazione delle colture, abbiamo riassunto 10 consigli che permetteranno di migliorarne i livelli di efficienza.

Proviamo a riassumerli in modo chiaro e sintetico.

[1] Pianificare in modo accorto

Come avviene per ogni attività gestionale del proprio terreno, il primo passo non può che essere rappresentato dalla necessità di effettuare un’attenta pianificazione di un ciclo completo della rotazione delle colture, per abbracciare più anni.

Cerca pertanto di creare un programma dettagliato che possa alternare le colture con esigenze nutritive diverse, o seguendo i criteri che sopra abbiamo riassunto.

A titolo di esempio, puoi alternare piante leguminose – che fissano l’azoto, con colture che invece richiedono molto azoto, come mais o cavoli, concludendo poi il terzo anno (in caso di rotazione triennale) con colture meno esigenti.

[2] Rispettare le famiglie botaniche

Non coltivare specie che appartengono alla stessa famiglia botanica in successione diretta, perché correresti il rischio di vanificare gli obiettivi della rotazione colturale, depauperando in modo eccessivo il terreno.

Ad esempio, non far seguire pomodori a patate: sono entrambe piante che appartengono alla famiglia delle Solanacee.

[3] Alternare profondità radicali diverse

Anche di questo abbiamo già parlato: cerca sempre di combinare piante con apparati radicali superficiali (come la lattuga e le cipolle) con quelle a radici profonde (come le carote e le barbabietole).

Attraverso la coltura di piante che hanno diversi livelli di profondità delle radici, è possibile sfruttare diversi strati del terreno e migliorare la struttura del suolo.

[4] Includere anche colture da sovescio

Un buon consiglio per migliorare la resa del terreno e l’efficacia delle rotazioni colturali è quello di inserire periodicamente colture specifiche per il sovescio, come la senape o il favino, da interrare per arricchire naturalmente il terreno di sostanza organica e nutrienti.

[5] Monitorare il bilancio dei nutrienti

Tieni sempre traccia delle esigenze nutritive di ogni coltura, al fine di mantenere equilibrato il contenuto di nutrienti nel suolo.

Dopo colture che consumano molto azoto, pianifica le leguminose o i sovesci per reintegrarlo e renderlo nuovamente disponibile per le piante che lo assorbono di più.

[6] Considerare i tempi di crescita delle piante

Per quanto intuibile, la rotazione deve essere organizzata tenendo conto delle stagioni e dei tempi di sviluppo di ogni coltura.

In questo modo potrai massimizzare l’uso del terreno e pianificare semine e raccolti in modo efficiente.

[7] Integrare colture di copertura

Nei periodi di transizione tra le colture principali, cerca di utilizzare specie come la segale o il trifoglio: ti daranno una mano d’aiuto per proteggere il suolo dall’erosione e mantenere attiva la vita microbica.

[8] Mantenere documentazione completa della rotazione

Non solamente è importante pianificare correttamente la rotazione colturale, ma è anche importante monitorarla puntualmente e registrare ogni coltura, la sua posizione, le date di semina e raccolta, e le eventuali problematiche riscontrate, in maniera precisa e puntuale.

In questo modo potrai tenere traccia del piano di rotazione negli anni successivi e perfezionarlo sulla base delle caratteristiche evolutive.

[9] Adattare il piano alle condizioni locali

Considera il clima, il tipo di terreno e le malattie più comuni nella tua zona per scegliere le colture più adatte e la loro successione ottimale.

Ogni piano di rotazione colturale deve infatti essere adattato al contesto in cui viene applicato.

[10] Osservare i segnali del terreno

Infine, presta sempre grande attenzione ai cambiamenti nella struttura del suolo, alla presenza di infestanti specifiche e alla salute generale delle piante. In questo modo potrai valutare l’efficacia della rotazione e apportare eventuali modifiche in maniera efficace, migliorando la fertilità del suolo, riducendo i problemi fitosanitari e ottimizzando la produzione nel lungo termine.

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