Le foglie delle piante sono un importante segnalatore di malattie e varie condizioni di malessere delle specie vegetali. Come tali, meritano di divenire oggetto di costante attenzione da parte dell’agricoltore.
Ma quali sono i principali segni rilevatori? E come possiamo riconoscere le malattie delle piante dalle foglie?
In questa guida abbiamo cercato di riassumere i principali consigli da seguire e le azioni da attivare nel caso in cui vi siano dei sintomi di potenziali patologie: scopriamole insieme.
Osservare macchie e scolorimenti delle foglie
Il primo consiglio su cui vogliamo concentrarci è anche quello più comune ed evidente: la presenza di macchie e scolorimenti delle foglie possono infatti spesso rappresentare il primo segnale di una malattia.
Non tutti sanno, peraltro, che la diversa colorazione di macchie e scolorimenti può fornirci delle preziose indicazioni sulla salute della pianta.
Macchie marroni
Le macchie marroni sulle foglie, se hanno bordi ben definiti e il centro più chiaro, possono essere il biglietto da visita dell’antracnosi, malattia fungina causata da diversi agenti patogeni. È purtroppo una patologia piuttosto persistente, in grado di determinare danni molto gravi alla pianta. Per fronteggiarla è necessario eliminare rapidamente le foglie colpite e disinfettare a ogni taglio gli attrezzi usati al fine di preservare le parti sane. Ci si può poi servire di prodotti a base di rame o zolfo oppure utilizzare triazolici e propiconazolo.
Se le macchie marroni hanno i caratteristici anelli concentrici, potrebbe invece trattarsi di alternariosi, malattia provocata dal fungo Alternaria solani: danneggia le foglie con lesioni angolari che finiscono con l’accartocciarle e provocare la loro morte, contagiando quelle vicine. Per fronteggiare la condizione si possono usare fungicidi a base di rame miscelato con Azoxistrobin e Difeconazolo.
Infine, se le macchie marroni hanno forma circolare, con bordo scuro e centro grigio, potrebbe essere cercosporiosi, condizione che colpisce tutte le cucurbitacee ma, con particolare intensità, anguria, melone cantalupo e cetriolo. Determinata dalla cercospora, un genere di fungo ascomiceto, si fronteggia con l’impiego di fungicidi e – indirettamente – mediante pratiche colturali come le rotazioni e la rimozione dei residui della vegetazione infetta, seguita da aratura profonda e disinfezione del seme.
Macchie nere
In caso di macchie nere sulle foglie, la principale indiziata è la fumaggine, una malattia che crea uno strato nero polverulento sulla superficie delle foglie. Provocata dallo sviluppo di funghi saprofiti su substrati glucidici presenti sulla superficie dei vegetali, per eliminarla è necessario rimuovere gli ospiti indesiderati con specifici prodotti. Nel caso della cocciniglia è consigliabile l’uso di olio di lino e sapone molle per sciogliere la melata e liberarsi delle fumaggini. Se invece la causa dovessero essere gli afidi, il sapone molle è generalmente sufficiente.
Altra malattia segnalata dalle macchie nere è la ticchiolatura, condizione provocata da funghi Diplocarpon o Marssonina in caso di piante ornamentali, o Venturia per le piante da frutto. La sua presenza è segnalata da macchie nere vellutate che possono diventare crostose. Per fronteggiare questa condizione è bene procedere con una regolare potatura delle foglie, per far filtrare aria e luce, ripulendo la pianta dalle foglie cadute. È importante intervenire prontamente, rimuovendo le parti colpite e usando specifici prodotti antifungini.
Ulteriore condizione patologica segnalata da macchie nere è la septoriosi, che genera piccole macchie scure circolari circondate da un alone giallo. Provocata dalla Septoria, genere di funghi ascomiceti della famiglia Mycospherellaceae, si cura con l’impiego di fungicidi fogliari specifici.
Macchie gialle
Anche le macchie gialle possono essere una spia di frequenti malattie. Tra di esse citiamo la clorosi ferrica, che causa un ingiallimento generalizzato delle foglie (le nervature rimangono verdi). Il trattamento di questa condizione può essere fatto attraverso l’applicazione di sostanze acidificanti chimiche come il solfato di ferro o il solfato di ammonio. In commercio si trovano anche concimi organici biologici composti da zolfo, ferro, leonardite e un buon contenuto di sostanza organica. Citiamo anche la peronospora, una condizione che inizia con macchie gialle che poi diventano marroni, spesso accompagnate da una muffa biancastra sulla parte inferiore. Per il suo contrasto si consiglia l’uso di fungicidi come il mandipropamid, cimoxanil e fosetil alluminio, con prodotti a base di rame, come il rame ossicloruro e il rame idrossido.
Infine, le macchie gialle potrebbero essere spia del virus del mosaico, così chiamato perché produce sulle foglie un caratteristico motivo a mosaico di aree gialle e verdi. È possibile valutare positivamente interventi mirati come l’acido borico, o l’utilizzo di prodotti a base di rame.
Macchie bianche
In caso di macchie bianche, in buona parte dei casi potrebbe trattarsi di oidio (mal bianco), che forma una patina bianca polverulenta sulla superficie delle foglie. Si contrasta di solito con fungicidi a base di zolfo o di idrogenocarbonato di sodio, sostanza utile anche contro muffe e ticchiolatura. Citiamo in questa categoria anche gli aleurodidi, che lasciano macchie biancastre dovute alle loro secrezioni: le mosche bianche si possono contrastare pulendo le piante con sapone vegetale alla citronella.
Le macchie bianche potrebbero essere altresì un sintomo di muffa grigia (Botrytis), una condizione che inizia con macchie biancastre che, con il passare dei giorni, diventano grigie e marcescenti. I trattamenti consigliati sono quelli con rame, zolfo, bicarbonato di sodio, estratto di equiseto, estratto di propoli, olio essenziale di timo o di cannella.
Macchie rosse e violacee
Infine, è possibile che le foglie siano interessate anche da macchie rosse e violacee, che potrebbero essere un segnale di carenza di fosforo, che può causare colorazioni di questo tipo, specialmente sulla pagina inferiore. Può altresì trattarsi di antocianosi, che provoca arrossamenti dovuti a stress termici o idrici, o ancora di batteriosi: alcune forme possono manifestarsi con macchie rossastre o bordeaux.
Si consideri tuttavia che la stessa patologia può presentare colorazioni diverse nelle varie fasi di sviluppo e che le condizioni ambientali (umidità, temperatura, esposizione solare) possono influenzare l’aspetto delle macchie. Pertanto, per una diagnosi accurata, è necessario considerare anche altri fattori come la forma delle macchie, la loro distribuzione sulla pianta e la velocità di diffusione.
Controllare la consistenza e la forma delle foglie
Sulla base di quanto sopra abbiamo premesso, un secondo consiglio che possiamo dare ai nostri lettori è quello di controllare la consistenza e la forma delle foglie.
Una foglia sana dovrebbe infatti essere turgida e mantenere la sua forma naturale. Se invece le foglie appaiono accartocciate, bollose o deformate, allora potrebbe essere a causa di un’infestazione da insetti o di una malattia virale.
Se poi le foglie diventano fragili e secche ai bordi, potrebbe anche trattarsi di un problema di irrigazione o di stress ambientale. Se infine le foglie diventano molli e acquose, potrebbero essere la spia di un’infezione batterica in corso.
Ma come reagire?
Precisiamo che, come tutti i trattamenti, anche i rimedi contro foglie molli o secche dovrebbero essere ponderati sulla base della specifica condizione e della tipologia di pianta che è interessata da questo problema.
Per esempio, una foglia molle potrebbe essere il risultato di un’annaffiatura troppo frequente, che determina l’accumulo di acqua nelle foglie, rendendole appunto di consistenza molle. Per prevenire questo fenomeno, o correre ai ripari, è bene annaffiare la pianta solamente quando la pianta lo necessita, rispettando le indicazioni per la specifica tipologia di pianta.
Se invece le foglie sono secche, il problema potrebbe essere l’opposto, con una situazione di disidratazione che può essere corretta annaffiando più frequentemente il terreno o utilizzando appositi integratori per il suolo.
Monitorare la progressione dei sintomi
Per prendersi adeguata cura della propria pianta è molto importante osservare come i sintomi si sviluppano nel tempo e su quali parti della pianta compaiono per primi.
Per esempio, se il problema inizia dalle foglie più vecchie per poi spostarsi verso la parte superiore, potrebbe trattarsi di una carenza nutrizionale come quella di azoto. Se invece i sintomi appaiono prima sulle foglie più giovani, potrebbe indicare una carenza di altri nutrienti come il calcio.
È anche utile monitorare la velocità con cui si diffondono i sintomi, perché aiuta a distinguere tra problemi ambientali (che tendono a colpire tutta la pianta contemporaneamente) e malattie infettive (che si diffondono gradualmente).
Per comodità espositiva, abbiamo creato delle tabelle divulgative di pratica consultazione.
Cominciamo con uno sguardo alle informazioni che possono essere ottenute dall’osservazione della progressione della malattia in base alla posizione.
Dai margini verso il centro della foglia | Può trattarsi di carenza di potassio, che determina ingiallimento e necrosi che inizia dai bordi della foglia, o di eccesso di salinità, che determina bruciature che partono dai margini della stessa. Anche la Phytophthora tende a generare marciume che avanza dai bordi, per poi procedere verso la parte centrale della foglia. |
Dal basso verso l’alto della pianta | Diverse sono anche le cause del peggioramento della malattia dal basso verso l’alto della pianta. In questo caso può infatti trattarsi di una carenza di azoto, che favorisce l’ingiallimento delle foglie partendo da quelle più vecchie, o di una carenza di magnesio, che parte dalle foglie basali. Ancora, potrebbe essere una spia di fusariosi, che determina proprio l’ingiallimento e l’appassimento che progredisce dalla parte inferiore. |
Dall’alto verso il basso della pianta | Differenti possono altresì essere le cause se la malattia si diffonde dall’alto verso il basso della pianta. Può infatti trattarsi di una condizione di carenza di calcio, che determina la deformazione delle foglie giovani apicali in modo prioritario, così come di una carenza di boro, che favorisce il decesso della vegetazione superiore. Infine, può trattarsi di virosi, con una mosaicatura che spesso inizia dalle foglie più giovani. |
In questa tabella cerchiamo invece di comprendere quali informazioni possiamo ottenere sulle condizioni di salute della pianta sulla base della velocità di progressione della malattia.
Rapida (24-48 ore) | Una rapida accelerazione dei sintomi della malattia è tipica dei danni da gelo o da calore. Nel primo caso si tende a verificare un annerimento immediato dei tessuti, mentre nel secondo caso si verificherà un appassimento improvviso. È anche possibile che un deterioramento così rapido possa essere determinato da pythium, con il marciume delle radici che causa un rapido collasso della pianta. |
Moderata (1-2 settimane) | Il deterioramento a ritmi moderati della pianta può essere determinato da peronospora, oidio o alternariosi. Come abbiamo avuto modo di precisare negli scorsi paragrafi, i sintomi sono rispettivamente la diffusione di macchie in condizioni umidi, espansione di muffa bianca e progressione di lesioni necrotiche sulle foglie. |
Lenta (più di 3 settimane) | Una progressione così lenta della malattia può essere determinata da gravi carenze nutrizionali, virosi, con manifestazione progressiva del mosaico, o batteriosi. |
Infine, qualche informazione utile è ottenibile anche mediante l’analisi degli schemi e dei modelli di diffusione, che ci mostrano in che modo la malattia e i suoi sintomi visibili si diffondono sulla pianta.
Uniforme | Se la malattia si diffonde in modo uniforme su tutta la pianta potrebbe essere causata da stress ambientali (temperatura, umidità), problemi alle radici o carenze nutrizionali consolidate. |
A macchie | I sintomi delle malattie a macchie sono generalmente il risultato di malattie da funghi, attacchi di insetti o infezioni batteriche localizzate. |
A settori | Il deterioramento delle piante a settori è spesso il frutto di problemi di natura vascolare, marciume delle radici parziale o danni meccanici localizzati. |